Ah, no! Volti la pagina, signora! Se lei volta la pagina, vi legge che non c'è più pazzo al mondo di chi crede d'aver ragione! (Il berretto a sonagli)

venerdì 16 aprile 2010

C'è aria di Liga!

Con l’uscita del primo singolo estratto dal nuovo album, il nostro amato Luciano ritorna a farsi sentire. E torna in un modo originale, inaspettato, come solo lui sa fare!
Eh sì, perché pubblicare un album esattamente a 20 anni di distanza dal primo, con in copertina un grosso pesce e dal titolo "Arrived
erci, mostro!” è proprio una cosa da lui, sempre in evoluzione nel suo modo di raccontarsi attraverso quel rock che sa essere graffiante ma anche dolce quando serve, sempre pronto a non prendersi troppo sul serio, come dimostrano le frasi con cui lui stesso ha commentato la scelta del titolo del nuovo album.

“Ognuno di noi ha i propri mostri, i propri fantasmi. Li si possono chiamare ossessioni, paure, condizionamenti, senso di inadeguatezza,aspettative e chissà in quali altri modi ancora. Sappiamo, però, che sono vivi e sono il filtro attraverso cui chiunque matura la propria, personale visione del mondo. Credo di conoscere abbastanza bene i miei “mostri”, mi fanno compagnia da tanto tempo. Può darsi che sia anche per questa lunga frequentazione che ora, in questa fase della mia vita, mi sembrano meno “potenti” e “ingombranti”. Alcuni di loro li ho affrontati in questo album ma era solamente per fargli sapere che li stavo salutando. Loro come tutti gli altri. So benissimo che sarebbe fin troppo bello che fosse un saluto definitivo. Infatti non mi sono permesso di dire: “Addio, mostro!” ma un più prudente e realistico:
“ARRIVEDERCI, MOSTRO!”
Un titolo però che, solo a pronunciarlo o a leggerlo, mi porta a galla sensazioni come sollievo, voglia di giocare, leggerezza, energia e fiducia. Tutte sensazioni che mi piacerebbe che quest'album vi trasmettesse in pieno".


È così che torna a farsi sentire questo artista tanto atteso, aspettando l’11 Maggio per l’uscita dell’album e l’estate per il tour negli stadi di tutta Italia (tra l’altro il 13 Luglio sarà allo stadio Franchi di Firenze).
Non avevo ancora dedicato un post a Ligabue, aspettavo un’occasione buona, e questa direi che è ottima! Ottima non solo per parlare del suo nuovo album, che, certo, si potrà commentare solo dopo averlo ascoltato per intero, ma anche per parlare un po’ di questo artista così conosciuto e amato ma anche, secondo me, così poliedrico, così carismatico da saper coinvolgere il suo pubblico in qualsiasi nuova esperienza si cimenti! Non a caso, oltre che cantautore Luciano è anche regista e autore di libri. Certo, leggere i suoi racconti e le sue poesie è un po’ come leggere i testi delle sue canzoni, ritrovare nuovi e vecchi personaggi, nuove e vecchie storie da raccontare, nuove e vecchie emozioni, tanto che, per lo meno a me, viene da considerarlo più che uno scrittore uno che, da bravo cantautore, ci sa fare con le parole anche quando manca loro la musica!

Parlando invece dei suoi due film, beh, non perché sono “di parte”, ma credo davvero che valga la pena di vederli. Il primo, “Radiofreccia”, ispirato al suo libro “Dentro e fuori dal borgo”, vede Luciano per la prima volta alla regia. E' un film pieno di riflessioni sulle “grosse qustioni” della vita che è raccontata attraverso gli occhi di Bruno, storico deejay, il quale ripercorre la storia di un gruppo di amici, prima di chiudere i battenti e dire addio ai suoi ascoltatori circa vent’anni dopo quel 1975 quando, in quel di Correggio, nasceva Radio Raptus poi rinominata Radiofreccia. Una radio libera che trasmette il rock, dove si parla senza timori di ciò che si ha in testa, attorno alla quale si accavallano i ricordi e le avventure di amici ognuno diverso con le proprie particolarità e debolezze. Uno di questi, Freccia appunto, di cui la radio porta il nome a seguito della sua morte per overdose, è quello che spicca di più, per le sue controversie, per la sua vita distrutta dalla droga, per quel suo oscuro mondo interiore che riesce a tirar fuori una notte proprio davanti al microfono di quella radio. Questa è rimasta una scena celebre del film, il famoso monologo interpretato egregiamente da Stefano Accorsi.




L’altro film, “Da zero a dieci”, uscito nel 2002, forse in modo un po’ meno toccante, ma comunque significativo, racconta la storia di quattro ragazzi che, arrivati ai quarant’anni, decidono di fare un tuffo nel passato, tornando sulle spiagge di Rimini vent’anni dopo, con le stesse ragazze di allora, con vent’anni di più. È questa l’occasione per fare un bilancio delle loro vite: aspettative disilluse, progetti realizzati, nostalgia e il comune dolore per la perdita di un loro caro amico.
Anche qui, ognuno con le sue particolarità, riesce a focalizzare un particolare aspetto della vita, tentando di darle un voto, da zero a dieci appunto, e assaporandone le gioie, le difficoltà, ma anche i tormenti, come nel caso di Libero, interpretato da Massimo Bellinzoni. La lettura della lettera che egli scrive ai suoi amici prima di cimentarsi in quella che sarà una tragica roulette russa è forse una delle scene più significative del film; per questo ve la ripropongo.





Ci sarebbe troppo da parlare di Ligabue, delle sue parole, dei suoi numerosi album, di come riesca a suscitare le emozioni più diverse con ogni sua canzone.
Forse, anzi, sicuramente, mi risentirete parlare di lui!

Intanto vi saluto con i 12 titoli del nuovo album “Arrivederci, mostro!”:
Quando canterai la tua canzone
La linea sottile
Nel tempo
Ci sei sempre stata
La verità è una scelta
Caro il mio Francesco
Atto di fede
Un colpo all'anima
Il peso della valigia
Taca banda
Quando mi vieni a prendere (Dendermonde 23/01/09)
Il meglio deve ancora venire

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