Ah, no! Volti la pagina, signora! Se lei volta la pagina, vi legge che non c'è più pazzo al mondo di chi crede d'aver ragione! (Il berretto a sonagli)

domenica 30 maggio 2010

Epilogo

"Finalmente un professore simpatico!" ecco cosa ho pensato alla prima (e quasi unica) lezione di informatica. Peccato per il successivo "Noooooooooooooooooooooooooooooo, non ci credo. Io non lo voglio fare il blog, mi è sempre rimasto antipatico scrivere cose per farle diventare "di dominio pubblico" e poi non sono in grado di crearne uno carino, chissà quanto sarà complicato!".
Così si può riassumere il mio inizio di questa esperienza. Certo, non dei migliori!
Devo dire, però, che mi sono ricreduta. Eh sì, perchè alla fine è stato tutto più semplice del previsto: prendere confidenza con Blogger, esplorare il mondo di Google (tra il reader e il Docs per esempio), imparare a gestire al meglio le risorse in rete come con l'uso dei Feed.
Pian piano è stato anche più semplice aggiungere nuovi post al mio blog, alla fine non è così terribile fare un commento o esprimere una propria opinione anche senza sapere minimamente chi la potrebbe leggere!
In una parola, incredibile!!

Ovvio, cercando di tirare un po' le somme di questa esperienza mi vengono anche in mente le volte in cui ho dovuto faticare per trovare il materiale di alcuni assignment, le volte in cui tra le mille cose da fare è stato difficile trovare un po' di tempo da dedicare al blog.
Piccoli ostacoli che fanno parte del gioco, sicuramente a posteriori posso dire: ne è valsa la pena!

Proprio così, perchè in fondo considero questa esperienza una grande possibilità, certo non un esame! Volevo evitare i commenti banali o all'apparenza forzati che di solito sono d'obbligo quando si cerca di tirare una concluzione da un'avventura del genere. Il "problema" è che sul serio credo che con questo corso si è aperto uno sconfinato mondo, nel quale ho avuto l'opportunità di entrare in punta dei piedi.
Grazie agli imput del professore ho potuto avere un assaggio dell'incredibile potenzialità che offre la rete, e non solo..

Eh sì, perchè magari non scriverò più nel blog, non so, quel che è certo è che continuerò ad essere una lettrice silenziosa del blog di iamarf, sempre così ricco di spunti di riflessione, e un'esploratrice della rete alla ricerca di tutto l'utile e il buono che da essa si può ricavare. E ho scoperto che è moltissimo!

In definitiva, dunque, non so quanto questa sia una conclusione o, piuttosto, una specie di inizio, di partenza per un'esplorazione un po' più consapevole del mondo di Internet.

martedì 25 maggio 2010

Assignment 7-8

Già con altri assignment ho avuto varie occasioni di cimentarmi con quelle che sono le immense possibilità della rete: parlare di OER ne fornisce un'altra possibilità!

Sembra realmente sconfinato il materiale che si può reperire su internet circa i più svariati argomenti; si passa da lezioni on line di cucina, di cucito, di musica a spiegazioni più prettamente riguardanti l'ambito scolastico, come quelle di lingue straniere o di matematica.
E questo, ovviamente, è solo un piccolo e riduttivo esempio delle potenzialità delle open educational resources, ce n'è veramente per tutti i gusti e per tutte le necessità; addirittura nel curiosare qua e là ho trovato un corso base di greco antico!
Certo, molto spesso questo materiale fornisce un valido aiuto in qualità di approfondimento, ampliamento di un corso o comunque di lezioni frontali; basti pensare al nostro caso di studenti. Le OER sono a parer mio un ottimo supporto per chiarimenti, spiegazioni, approfondimenti degli argomenti che studiamo: capire un concetto che inizialmente ci risulta ostico spesso è molto facile se questo ci viene proposto da un altro punto di vista, inquadrato diversamente rispetto all'impostazione data alla spiegazione dal professore.

Inoltre un altro aspetto secondo me straordinario è che tutto questo materiale è libero, on line e accessibile a chiunque!

Per questo credo proprio che userò queste risorse per integrare il mio studio, oltre che, naturalmente, continuare a usufruire delle OER più "abbordabili" al di fuori dell'ambito prettamente scolastico, come del resto ho già fatto abbondamente in passato (giusto qualche anno fa ho tentato di imparare a strimpellare la chitarra con l'aiuto di video-lezioni! :D )

martedì 4 maggio 2010

Assignment 6

Indubbiamente PubMed rappresenta un'importantissima risorsa, specie per chi deve tenersi continuamente aggiornato come i medici, al di là di tutte le discutibili e sicuramente serie "questioni" circa la ricerca scientifica.
Sinceramente, a prima vista mi sono un po' spaventata! Innumerevoli risultati si presentavano in risposta alla mia ricerca, e, soprattuto, tutto in inglese.
"Giocandoci", però, da perfetta non esperta dei vari argomenti, mi sono resa conto che non è poi così difficile arrivare a ciò che ci interessa. Con l'inglese, del resto, non ho avute grosse difficoltà, è tutto molto comprensibile.

Così, ricercardo su argomenti vari e poco specifici sono riuscita ad entrare in parte nell'ottica giusta e sono convinta che con un po' più di pratica sul sito e moooolta più competenza sull'argomento il tutto risulterà ulteriormente più facile e soprattutto utile.
Per esempio, ho scritto
polycystic kidney, ricordandomi di alcune spiegazioni sull'argomento che avevano tentato di darci i medici di nefrologia durante il tirocinio del primo semestre. 8413 risultati, certo tanti, troppi!
Allora, cliccando su
Limits, ho cercato di limitare il campo di ricerca arrivando ad averne solo una decina.
Ho letto, cercando di saperne di più e ricordandomi di quello che avevo sentito dire e ho soddisfatto in parte la mia curiosità.

Così ho fatto e credo proprio che farò per molti altri argomenti, e non solo per semplice curiosità, continuando ad utilizzare uno strumento così importante con cui ora sono solo alle prime armi!

domenica 18 aprile 2010

Assignment 5

Alla scoperta del vasto mondo dei social network ho creato il mio indirizzo delicious: http://delicious.com/fede_lisi. Ancora devo capire bene come funziona, ma soprattutto il mio intento è quello di cercare di capire perchè usare tale mezzo per ricercare siti web di mio interesse invece che google.
Certo, delicious permette di creare una classificazione dei siti "autogestita", fatta grazie al piccolo aiuto di ogni iscritto, al contario di google dove è tutto già "confezionato".
Al di là di questo aspetto, però, cercherò di scoprire se vale davvero la pena abbandonare il mio caro google come mezzo di ricerca e il mio elenco di "preferiti", che alla fine non sono un numero esorbitante di link, per "convertirmi" a questo social network o se, scelta che al momento mi sembra migliore, posso cercare una via di coesistenza dei due mezzi, tentando di utilizzarli in cooperazione.

venerdì 16 aprile 2010

C'è aria di Liga!

Con l’uscita del primo singolo estratto dal nuovo album, il nostro amato Luciano ritorna a farsi sentire. E torna in un modo originale, inaspettato, come solo lui sa fare!
Eh sì, perché pubblicare un album esattamente a 20 anni di distanza dal primo, con in copertina un grosso pesce e dal titolo "Arrived
erci, mostro!” è proprio una cosa da lui, sempre in evoluzione nel suo modo di raccontarsi attraverso quel rock che sa essere graffiante ma anche dolce quando serve, sempre pronto a non prendersi troppo sul serio, come dimostrano le frasi con cui lui stesso ha commentato la scelta del titolo del nuovo album.

“Ognuno di noi ha i propri mostri, i propri fantasmi. Li si possono chiamare ossessioni, paure, condizionamenti, senso di inadeguatezza,aspettative e chissà in quali altri modi ancora. Sappiamo, però, che sono vivi e sono il filtro attraverso cui chiunque matura la propria, personale visione del mondo. Credo di conoscere abbastanza bene i miei “mostri”, mi fanno compagnia da tanto tempo. Può darsi che sia anche per questa lunga frequentazione che ora, in questa fase della mia vita, mi sembrano meno “potenti” e “ingombranti”. Alcuni di loro li ho affrontati in questo album ma era solamente per fargli sapere che li stavo salutando. Loro come tutti gli altri. So benissimo che sarebbe fin troppo bello che fosse un saluto definitivo. Infatti non mi sono permesso di dire: “Addio, mostro!” ma un più prudente e realistico:
“ARRIVEDERCI, MOSTRO!”
Un titolo però che, solo a pronunciarlo o a leggerlo, mi porta a galla sensazioni come sollievo, voglia di giocare, leggerezza, energia e fiducia. Tutte sensazioni che mi piacerebbe che quest'album vi trasmettesse in pieno".


È così che torna a farsi sentire questo artista tanto atteso, aspettando l’11 Maggio per l’uscita dell’album e l’estate per il tour negli stadi di tutta Italia (tra l’altro il 13 Luglio sarà allo stadio Franchi di Firenze).
Non avevo ancora dedicato un post a Ligabue, aspettavo un’occasione buona, e questa direi che è ottima! Ottima non solo per parlare del suo nuovo album, che, certo, si potrà commentare solo dopo averlo ascoltato per intero, ma anche per parlare un po’ di questo artista così conosciuto e amato ma anche, secondo me, così poliedrico, così carismatico da saper coinvolgere il suo pubblico in qualsiasi nuova esperienza si cimenti! Non a caso, oltre che cantautore Luciano è anche regista e autore di libri. Certo, leggere i suoi racconti e le sue poesie è un po’ come leggere i testi delle sue canzoni, ritrovare nuovi e vecchi personaggi, nuove e vecchie storie da raccontare, nuove e vecchie emozioni, tanto che, per lo meno a me, viene da considerarlo più che uno scrittore uno che, da bravo cantautore, ci sa fare con le parole anche quando manca loro la musica!

Parlando invece dei suoi due film, beh, non perché sono “di parte”, ma credo davvero che valga la pena di vederli. Il primo, “Radiofreccia”, ispirato al suo libro “Dentro e fuori dal borgo”, vede Luciano per la prima volta alla regia. E' un film pieno di riflessioni sulle “grosse qustioni” della vita che è raccontata attraverso gli occhi di Bruno, storico deejay, il quale ripercorre la storia di un gruppo di amici, prima di chiudere i battenti e dire addio ai suoi ascoltatori circa vent’anni dopo quel 1975 quando, in quel di Correggio, nasceva Radio Raptus poi rinominata Radiofreccia. Una radio libera che trasmette il rock, dove si parla senza timori di ciò che si ha in testa, attorno alla quale si accavallano i ricordi e le avventure di amici ognuno diverso con le proprie particolarità e debolezze. Uno di questi, Freccia appunto, di cui la radio porta il nome a seguito della sua morte per overdose, è quello che spicca di più, per le sue controversie, per la sua vita distrutta dalla droga, per quel suo oscuro mondo interiore che riesce a tirar fuori una notte proprio davanti al microfono di quella radio. Questa è rimasta una scena celebre del film, il famoso monologo interpretato egregiamente da Stefano Accorsi.




L’altro film, “Da zero a dieci”, uscito nel 2002, forse in modo un po’ meno toccante, ma comunque significativo, racconta la storia di quattro ragazzi che, arrivati ai quarant’anni, decidono di fare un tuffo nel passato, tornando sulle spiagge di Rimini vent’anni dopo, con le stesse ragazze di allora, con vent’anni di più. È questa l’occasione per fare un bilancio delle loro vite: aspettative disilluse, progetti realizzati, nostalgia e il comune dolore per la perdita di un loro caro amico.
Anche qui, ognuno con le sue particolarità, riesce a focalizzare un particolare aspetto della vita, tentando di darle un voto, da zero a dieci appunto, e assaporandone le gioie, le difficoltà, ma anche i tormenti, come nel caso di Libero, interpretato da Massimo Bellinzoni. La lettura della lettera che egli scrive ai suoi amici prima di cimentarsi in quella che sarà una tragica roulette russa è forse una delle scene più significative del film; per questo ve la ripropongo.





Ci sarebbe troppo da parlare di Ligabue, delle sue parole, dei suoi numerosi album, di come riesca a suscitare le emozioni più diverse con ogni sua canzone.
Forse, anzi, sicuramente, mi risentirete parlare di lui!

Intanto vi saluto con i 12 titoli del nuovo album “Arrivederci, mostro!”:
Quando canterai la tua canzone
La linea sottile
Nel tempo
Ci sei sempre stata
La verità è una scelta
Caro il mio Francesco
Atto di fede
Un colpo all'anima
Il peso della valigia
Taca banda
Quando mi vieni a prendere (Dendermonde 23/01/09)
Il meglio deve ancora venire

lunedì 29 marzo 2010

L'uomo dal fiore in bocca

Propongo un bellissimo testo, a mio parere, di Pirandello, interpretato da Vittorio Gassman.
Non credo ci sia bisogno di aggiungere commenti!


sabato 27 marzo 2010

Assignment 4

Scrivere "di pancia" un commento a un articolo del genere mi risulta un po' difficile, non perchè manchino le riflessioni, anzi proprio per il problema opposto: durante la lettura mi sono venute in mente un sacco di cose che sicuramente non riuscirò a condensare in questo intervento!

Innanzi tutto io mi ritengo una dei pochi fortunati che hanno avuto l'occasione di incontrare nel loro percorso scolastico quello che si può definire un maestro con la emme maiuscola; uno di quegli omoni tutti d'un pezzo sempre in giacca e camcia, con gli occhiali enormi e i capelli bianchi ormai quasi del tutto scomparsi! Ecco, non è facile descrivere la stima che ho nei suoi confronti e tutto quello che ho imparato confrontandomi con lui, che, professore di matematica e fisica, spesso passa le sue lezioni a recitare versi di poeti latini, di Dante, o che semplicemente adora farcire le sue spiegazioni di discorsi che apparentemente non c'entrano con l'argomento trattato, ma che in realtà rivelano la sua profonda consapevolezza che ciò che è veramente importante per noi studenti è imparare a pensare sul serio, a vedere la scuola, i libri non come meri elenchi interminabili di nozioni, ma come una risorsa, una possibilità di acquisire quesgli strumenti che permettono di capire fino in fondo le cose, di vivere consapevoli, padroni della realtà e non semplicemente come passivi contenitori di idee preconfezionate.
Non a caso, una delle cose che non si stanca mai di ripetere è che essere veramente liberi vuol dire poter scegliere, e per scegliere si deve avere la possibilità di escludere delle strade, non perchè non siamo in grado di intraprenderle, ma perchè, pur avendo gli strumenti per farlo, spontaneamente optiamo per un'altra via che riteniamo migliore o più ad atta a noi.
Il bello è che, come un vero maestro, non tronca il rapporto con i suoi studenti quando questi non sono più tali, ma è sempre disponibile per coloro che sono riusciti a intravedere sotto il suo aspetto severo e a volte un po' troppo rigido, l'immenso mondo che un uomo di tale cultura e sensibilità può trasmettere.

Ebbene, io non mi ritengo una "scolarrizata", o almeno non nel senso prettamente negativo che il termine sembra aver acquisito. Non credo che l'andar bene a scuola o cmunque l'impegnarsi nello studio cozzi con la possibilità di coltivarsi un mondo di idee e reti personali. Credo piuttosto che sia difficile riuscire a conciliare entrambe le cose.
Per quanto mi riguarda non ho mai avuto troppe difficoltà a studiare, seppur, ovviamente, con più o meno interesse, il contenuto delle famigerate "materie" scolastiche. Certo, non ho assolutamente la convinzione che sia questo il modo di conoscere veramente, ma credo che tutto ciò mi abbia molto aiutato anche solo a pormi domande, a riflettere su vari aspetti della vita e della quotidianità che non avrei altrimenti preso in considerazione, a capire quali sono gli argomenti da approfondire al di fuori dell'ambiente scolastico. E non parlo solo di studio, mi spiego meglio.
Quella curiosità, quell'attenzione che serve a studiare bene è la stessa che serve a percepire le cose vive della realtà; il segreto, secondo me, sta nel porre l'attenzione nei particolari, lasciarsi stupire da ciò che appare scontato ma in realtà non lo è.
Insomma, forse un po' troppo ottimisticamente, ritengo che sia impossibile, in qualità di esseri umani, non rimanere perturbati ognuno nello specifico da qualcosa che ha particolare significato per lui. Certo, nel mondo di oggi questo forse risulta più complicato, siamo perennemente in un'affannosa corsa e spesso ci troviamo a non sapere dove sia il traguardo da raggiungere e sono d'accordo nel dire che per coltivare il proprio PLE c'è bisogno prima di tutto di riscoprire il bello della quotidianità, delle tante cose vive che ci sono in questo mondo "in corsa" a prescindere che siano reali o virtuali.

Eccomi ad un'altra riflessione che ho fatto durante la lettura. Non è facile per me fare della realtà concreta e di quella virtuale un tutt'uno. Fin'ora non conoscevo tutte le potenzialità di internet che sto scoprendo ora, ma l'ho sempre usato soprattutto per "connessioni con il passato" credendo che quelle con il presente fossero da coltivare nel mondo reale.
Non credo di essere ancora entrata sul serio in questa rete di nodi, anzi non so nemmeno se ci riuscirò, ma sicuramente riesco a intravederne l'immportanza. Magari il mio essere nostalgica mi porta a preferire ancora i confronti a tu per tu, anche se capisco che è molto più facile scegliere persone con cui mantere contatti vivi on line, in una gamma così ampia e variegata, che non off line, dove le occasioni sono molte meno.
Credo di usare già internet per coltivare i miei interessi, ma di farlo rimanendo chiusa "nel mio mondo", cercando leggendo guardando, ma senza in realtà confrontarmi sul serio con quello che mi trovo davanti, e questo anche perchè, come ho detto, spesso tali ricerche sono volte al passato. Scoprire che si possono avere connessioni col presente, credo sia un modo per uscire dal mio mondo, per cominciare ad usare anche i contatti on line per il confronto.

A proposito dei nodi e delle reti, dunque, mi viene in mente un'immagine secondo me ad hoc. E' un po' come un'orchestra: ogni musicista, certo, prova piacere al semplice suonare, che sia da solo in una stanza o davanti ad un pubblico, ma la magia che si crea quando ognuno, con la propria arte e passione, si mette a disposizione degli altri componenti dell'orhestra, sta proprio in quell'amalgama perfetta e armonica di suoni che non si sovrastano l'uno con l'altro, ma anzi si arricchiscono, si copletano mantenedo ognuno la propria importanza individuale.

domenica 14 marzo 2010

Rimini: "Da Rembrandt a Gaugin a Picasso. Capolavori del Museum of Fine Arts di Boston"

Peccato che ormai sia quasi terminata (è stata infatti prorogata fino al 21 Marzo 2010), ma è davvero bella la mostra al Castel Sismondo di Rimini che espone 65 opere della pittura europea dal Cinquecento al Novecento prestate dal Museo delle Belle Arti di Boston. Si possono ammirare opere di artisti come Van Dyck, Velázquez, Gauguin ,Van Gogh, Manet, Monet, Cézanne, Tiepolo, Matisse, Picasso e di tanti altri, divise in sei sezioni.
La mostra infatti non è organizzata secondo un ordine cronologico, ma secondo tematiche che permettono di riunire insieme opere di pittori di epoche assai diverse cercando così di mostrarne non solo le inevitabili differenze, ma anche richiami e somiglianze.
Si possono vedere numerosi ritratti, da quelli più realistici e particolareggiati, tipici del XVII secolo, ai più innovativi, come per esempio una delle opere cubiste di Picasso che raffigura una donna; ma anche interni, nature morte...
La sezione a parer mio più bella ed interessante è quella relativa ai paesaggi, dove sono raccolti quadri di Corot, Constable, molti dipinti di Monet e degli impressionisti. Proprio di Monet colpiscono i famosi dipinti delle "serie", le raffigurazioni della cattedrale di Rouen o delle Ninfee di Giverny che il p
ittore coglie in momenti particolari della giornata, realizzando un gran numero di varianti dello stesso soggetto cercando ogni volta di catturare i diversi riflessi di luce che investono la scena, in una sperimentazione del tutto particolare.
Questa sezione, inoltre, prese
nta un quadro di Van Gogh che, inevitabilmete, ha catturato la mia attenzione! "Case ad Auvers" è uno dei tanti dipinti che l'artista realizza ad Auvers-sur-Oise, un paesino vicino a Parigi dove si traferisce per farsi curare dal dottor Gachet, poco prima del suicidio. Spicca in quest'opera il tormento dell'anima dell'artista, il dissidio tra la speranza, la gioia di vivere che si nota nella capanna in primo piano, rifinita nei minimi particolari, e l'angoscia, trasformata nell'essenzialità delle case sullo sfondo e soprattuto nel cielo, come sempre specchio dell'animo del pittore, con le sue vorticosi nubi.
Consiglio dunque di visitare questa mostra, nel breve tempo che ormai rimane: nonostante il viaggio per raggiungere la città e l'affollamento forse eccessivo delle sale, ne vale veramente la pena!

lunedì 8 marzo 2010

Della serie, incredibile!

Veramente impossibile riuscire a credere che sia proprio io a cimentarmi in un compito del genere! Io che, onde evitare di cadere in terribili manie di protagonismo, ho sempre declinato (molto volentieri) ogni invito ad aprire un mio blog rivoltomi dagli smaniosi di scrivere, leggere, condividere...
E pensare che stavo per optare per il cosiddetto gruppo dello "zoccolo duro"!
Insomma, come primo post di presentazioni penso sia d'obbligo ammettere che, più che la questione delle difficoltà "informatiche" che avrebbero potuto presentarsi, ciò che mi ha trattenuto è stata la questione dei "contenuti".
Per il momento, questo blog non ha un tema preciso, spero di riuscire a trovare argomenti interessanti (almeno per qualcuno) da trattare!
Nel fare i saluti, propongo una simpatica filastrocca di Gianni Rodari sul folkloristico accento fiorentino. http://www.giannirodari.it/bambini/index.html

Il povero ane

Se andrete a Firenze
vedrete certamente
quel povero ane
di cui parla la gente.

È un cane senza testa,
povera bestia.
Davvero non si sa
ad abbaiare come fa.

La testa, si dice,
gliel'hanno mangiata...
(La " c " per i fiorentini
è pietanza prelibata).

Ma lui non si lamenta,
è un caro cucciolone,
scodinzola e fa festa
a tutte le persone.

Come mangia? Signori,
non stiamo ad indagare:
ci sono tante maniere
di tirare a campare.

Vivere senza testa
non è il peggio dei guai:
tanta gente ce l'ha
ma non l'adopera mai.